Citata nel documento riguardante il capitolo di Altopascio del
1358 ("... hospitale Sancte
Marie de Sieve et ecclesiam Sancti Jacobi et Sancti Micaelis de
Siasi de Sardinea ..."), la chiesa di
S.Giacomo, è ancora di difficile ed incerta ubicazione.
In tale documento le proprietà di Seve e di Searu sono
distintamente specificate, a differenza della chiesa in questione
la quale non ha una precisa collocazione di riferimento: essendo
citata subito dopo l’hospitale Sancte Marie de Sieve intuitivamente
potrebbe far pensare che facesse parte del patrimonio dell'obedientia
di S.Maria di Seve.
Aiutandoci con i toponimi ancora esistenti e con alcune notizie
legate alla memoria popolare possiamo giungere ad un risultato
piuttosto vicino alla realtà.
Tra le carte conservate nell'archivio parrocchiale
della chiesa di S.Lorenzo di Banari, esiste un manoscritto dal
titolo: "Libro delle cose più notabili relative alla
Parrocchia di Banari, cominciato nel 1877 in esecuzione del prescritto
nel paragrafo 16° del titolo 28 del Sinodo Diocesano tenuto
da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Dn. Diego Marongio
Delrio Arcivescovo Turritano" il cui autore si firma come
Sacerdote Vincenzo Chighini Rettore. Nel capitolo terzo "Chiese
filiali fuori del popolato", all'articolo 3° intitolato
"Chiesa di San Giacomo Minore" egli dice testualmente:
"A poca distanza da Santa
Maria di Cea esisteva una chiesuola di uguale struttura dedicata
all'Apostolo S.Giacomo il minore, della quale fino ad un ventuno
anni fa (quindi circa
l'anno 1856) si vedeva
una parte delle sue mura e dell'abside, ma che al presente è
uguagliata al suolo. Dell'origine di questa Chiesa niente si sa,
e se essa fosse o no una dipendenza di quella di Sea nulla di
preciso ha tramandato la tradizione. Ciò che di certo si
conosce è che il simulcro che veneravasi in quella chiesa
fu trasportato, non si sa in quale epoca, in questa Chiesa parrocchiale
ove tuttora esiste".
Nelle carte toponomastiche 1:25.000 dell' I.G.M.
relative al territorio di Banari troviamo citato il toponimo "SA
TANCA SU SANTU", mentre nelle carte 1:10.000 e 1:5.000 il
toponimo è chiamato "SANTU GIAGU", posto in vicinanza
di quello chiamato "S'Iscia de N. Signora"
Quindi, sulla base del documento del capitolo
dell'Ordine di Altopascio del 1358 e viste le memorie del Reverendo
Chighini ed i rilievi toponomastici I.G.M., possiamo affermare
che la chiesa di S.Giacomo era costruita non lontano dall'obedientia
di Seve e che molto probabilmente ne costituiva pertinenza.
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